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Intervista ad un giovane artista, Stefano Gurioli

  • Francesca
  • 17 ott 2016
  • Tempo di lettura: 4 min

Stefano Gurioli è un giovane cantante pop/rock nato ad Ivrea nel 1996 ed è proprio da lui che vogliamo dare inizio al nostro viaggio nel mondo dell'arte emergente attraverso una serie di brevi interviste.

Andiamo quindi a scoprire qualcosa in più su di lui, sulla sua personalità e in particolare sui suoi progetti.

1) Se dovessimo presentarti come artista in 3 parole, cosa dovremmo dire?

Descrivere se stessi e’ difficile, e lo è ancora di più farlo in sole tre parole, ma posso provare a descriverti la mia musica. Innanzitutto la definirei “pop”, perché é musica melodica e scrivere in italiano ti porta, quando la canzone funziona, a ritornelli aperti e cantabili. La definirei pop anche perché il mio intento, forse un po’ presuntuoso, e’ quello di fare canzoni che potenzialmente siano apprezzabili da tutti, senza distinzione di pubblico. Poi la definirei “Rock”, perché, al di la’ di un genere musicale, il rock e’ un modo di fare le cose, e le mie canzoni sicuramente nascono da un’urgenza e una sincerità di sentimenti che io non saprei come descrivere, se non appunto cosi’. La mia passione per le chitarre poi fa si che le mie canzoni rimandino sempre a questo mondo. Come terza parola potrei utilizzare “sincera”, perché la musica per me è davvero un'esigenza, un bisogno che giunge dal cuore.

2) Come è nata la tua passione per la musica?

Penso che il fatto che in casa mia si sia sempre ascoltata tanta musica possa aver influito molto; ad esempio ricordo con piacere i tempi in cui in famiglia si usava cenare con un buon disco in sottofondo, e nel weekend lo stereo di casa era quasi sempre acceso. La svolta è arrivata però con l’adolescenza, quando i sentimenti sono amplificati più che in qualsiasi altro periodo della vita, e, a fine giornata, bella o brutta che fosse stata, le emozioni andavano sempre a scaricarsi sui testi e sulle melodie di qualche canzone. Cosi’ e’ nata la mia passione per il pop-rock italiano.

3) C'è qualche artista, del presente o del passato, a cui ti ispiri maggiormente?

Probabilmente se non ci fosse stato Ligabue non avrei mai iniziato a scrivere, e soprattutto nei miei primi lavori questa influenza si sente più che mai. Credo che nessuno nasca con uno stile proprio e inizialmente ogni artista abbia dei punti di riferimento a cui ancorarsi. Riuscire a fare in maniera impeccabile le cose apparentemente più semplici è una delle cose piu’ difficili a questo mondo, a mio parere, e lui mi ha davvero segnato la strada in questo senso. Gli altri miei capisaldi, che probabilmente si sentono meno nelle mie canzoni, ma che non per questo reputo meno importanti, sono De Andre’, Bob Dylan, Springsteen e Vasco.

4) Parliamo ora del tuo ultimo progetto, di cosa si tratta? Spiegaci in poche parole quali sono i tuoi obiettivi e cosa cerchi di trasmettere con esso

Il mio primo progetto, che comunque non sara’ l’ultimo! Io credo tantissimo nel concetto di “album” ed è una cosa che ripeto alla nausea a chi mi conosce. Sono davvero distante dal mondo della musica di oggi, in cui gli artisti conquistano un grandissimo successo con un solo singolo. E' importante, e forse addirittura indispensabile, avere un pezzo di maggior impatto rispetto agli altri, ma per il mio modo di vivere e vedere la musica è altrettanto importante andare a vedere in che contesto nella vita dell’artista sia inserito quel determinato pezzo, e da qui il ruolo fondamentale dell’album. Insomma, se ancora non si fosse capito, sto lavorando al mio primo disco.

Mi chiedi cosa cerco di trasmettere con esso... non è facile come domanda. Ti posso dire che, quantomeno per ora, i miei testi sono abbastanza distanti dalla politica o comunque da un impegno sociale. Penso che cantare della propria vita, dei propri sentimenti, del proprio mondo non sia però meno "impegnato" e, di conseguenza, impegnativo. Citando una mia canzone potrei dirti che sono pezzi che spingono a "cercarti l'anima", e quindi a vedere il mondo con i tuoi occhi. Alcune delle mie canzoni sono già state pubblicate, un po’ perché non riuscivo a tenerle per me e non vedevo l’ora di metterle sui social, per poter comprendere cosa ne pensasse la gente, e un po’ perché il mio scopo al momento è quello di avvicinare il maggior numero di persone al mio progetto. Parlare con le canzoni, senza tanto fumo intorno, è il modo che preferisco per farmi conoscere; sicuramente è il metodo più difficile per crearsi un seguito e ci saranno scorciatoie ben più proficue, ma ti posso dire che quando un/a ragazzo/a che conosco anche solo di vista mi ferma, in discoteca o al bar, per farmi i complimenti o quando qualcuno che non conosco mi scrive sui social capisco davvero che non vorrei niente di più.

Entro la primavera dell’anno prossimo penso, e spero, di poter davvero girare per i piccoli club di Torino e della mia città (Ivrea) con il mio disco, nella speranza che qualcuno vi si affezioni, ma anche non fosse, il primo ad esserne davvero fan sono io!

E noi di Music Village speriamo con te e ti facciamo un grande in bocca al lupo!

 
 
 

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