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Incontriamo il musicista: LORENZO NANNI

  • Ambra Imperatori
  • 26 set 2015
  • Tempo di lettura: 5 min

Lorenzo Nanni è un giovane musicista nonché pianista, tastierista, fisarmonicista, compositore ed arrangiatore. Nato a Monterotondo (Rm) classe ‘93.

Un ragazzo intraprendente che ha fatto della musica la sua vocazione nella vita.

Lo abbiamo intervistato:

D: Lorenzo, innanzitutto, da quanto tempo suoni?

R: Comincio ad avere la necessità di fare un calcolo e questo non va bene per due motivi: il primo è chiaro, sto invecchiando precocemente. Il secondo è che io e la matematica non siamo mai andati d'accordo quindi l'operazione potrebbe richiedere qualche minuto (sorride). Scherzi a parte, ho iniziato a studiare musica a otto anni quando mi innamorai di lei: la fisarmonica. Il motivo di preciso non lo so. Sicuramente ero rimasto affascinato dal suono e dai colori spesso sgargianti. Oltre questo credo abbia influito il fatto di essere uno strumento abbastanza diffuso nelle nostre zone. Pregai i miei genitori un anno intero prima di convincerli a trovarmi un insegnate. Alla fine, dopo un anno, iniziai il mio percorso musicale con Francesco Calonaci. Con lui studiai fino a tredici anni. Quello che oggi so sulla fisarmonica e sulla musica non l'ho imparato da lui però da "Franco" (così lo chiamavano tutti), ho imparato di sicuro la lezione più importante: "Se amerai la musica almeno quanto ami te stesso, ogni giorno passato su questa Terra sarà come cento in Paradiso". In tutta la mia vita forse è stata la frase più bella che abbia mai sentito.

D: Studi musica?

R: Certamente. Studio pianoforte e armonia con Ettore Gentile, a mio parere uno dei migliori pianisti e didatti italiani. A lui devo tutto quello che sono oggi. Frequento la classe di Pianoforte Jazz presso il Conservatorio L. Refice di Frosinone che ha come docenti Paolo Tombolesi e Greg Burk. Per conto mio studio composizione, arrangiamento e fisarmonica.

D: qual è stato, fin’ora, il tuo percorso artistico?

R: Percorso artistico è un parolone per un semplice studente! Ma qualcosina ho fatto.Tra il 2003 e il 2008 ho preso parte a diversi concorsi nazionali per fisarmonicisti classificandomi tre volte primo e due volte secondo. Ho partecipato come pianista, fisarmonicista e tastierista a molti concerti e manifestazioni in teatri e auditorium più o meno importanti. Non sono mai mancate le partecipazioni a concerti con scopo di beneficenza come quelli organizzati per Telethon e Telefono Azzurro. Ho suonato e suono tuttora in piazze, locali, hotel, ristoranti e feste private in diverse formazioni e con diversi progetti musicali.Nel 2011 insieme alla cantante Federica Zavaleta ho creato i Clivia Duo, un duo tuttora attivo che si occupa di intrattenimento musicale soprattutto per matrimoni e cerimonie.Nel 2012 ho lavorato come pianista sulla MSC Fantasia con le orchestre di Marianna Lanteri, Matteo Tarantino e Paolo Tarantino.Nel 2014 insieme a Federico D’Angeli e Danilo Coltella, ho creato Simpatia Band con l'obiettivo di portare un’ondata di novità e freschezza in un mondo a mio parere un po’ chiuso come quello della musica da ballo.Il 19 Giugno 2015 presso “La Saletta” di Frosinone ho suonato come pianista con il progetto “Beatles in Jazz” di Giampaolo Ascolese.

D: quali sono state l’esperienze più significative?

R: A livello lavorativo l’esperienza più significativa di sicuro è stata quella con l’orchestra di Marianna Lanteri. Ho imparato molto e non solo dal punto di vista musicale. Ho capito che nella musica come nella vita, il talento non basta. Bisogna studiare, studiare e studiare. Lo studio deve essere un aspetto fondamentale nella quotidianità di ogni musicista. Non deve essere il mezzo bensì l’obiettivo, lo scopo. Questo è stato il motivo per il quale ho rifiutato la proposta di diventare il pianista ufficiale dell’orchestra. Se adesso sono un musicista in erba prima che cos’ero? Se avessi accettato non avrei più potuto studiare per via del tanto lavoro e non sarei mai potuto arrivare al livello che ho raggiunto ora e che spero continuerò a raggiungere in futuro. Tolta questa particolare parentesi mi sento di dire che l’esperienza musicale più significativa è quella di ogni giorno quando mi siedo sullo sgabello ed inizio ad ascoltare, sperimentare, colorare note sulla tastiera del mio pianoforte.

D: Scrivi inediti?

R: Si. Scrivo brani soprattutto per cantanti, strumenti solisti e piccoli gruppi. Ma di tanto in tanto mi dedico anche a composizioni orchestrali più grandi. Tutto questo con un mezzo che oggi è diventato fondamentale: il computer. Oggi con un solo apparecchio si ha la possibilità di ricreare le sonorità di un orchestra sinfonica e devo dire con risultati spesso sorprendenti. Fantastico!

D: Parlami di te come musicista.

R: Che dire. Credo di essere un musicista con una visione abbastanza aperta. Sarebbe stupido oltre che falso dire che mi piace tutto o che mi piace tanto. Credo sia più corretto dire che mi piace la buona musica, di qualunque genere essa sia l’importante è che sia musica di qualità. Parlando invece del mio “Io” musicista, posso dire che fin da piccolo non ho mai avuto manie di protagonismo, da qui si capisce il perché abbia un ottimo rapporto con tante cantanti (sorride). Mi piace restare dietro le quinte. Mi sento a mio agio più come compositore che come pianista e tastierista. Adoro meditare, viaggiare con la mente verso posti lontani. Quando sono solo nel mio studio, abbasso le luci e metto video o immagini privi di audio. Dopodiché mi siedo al pianoforte e suono ispirandomi a quello che vedo. Molti dei miei pezzi nascono così.

D: Quale canzone ti rappresenta di più?

R: Sarebbe troppo banale se bastasse una sola canzone (non sto citando Ramazzotti) a rappresentarmi non trovi? Anche qui l’elenco è lungo se non infinito. In ogni caso c’è un pezzo che nei momenti difficili o meno difficili mi ha sempre sostenuto e ispirato: Waltz for Debby di Bill Evans. Meraviglioso.

D: Quali sono le tue influenze artistiche?

R: Come dicevo prima credo di avere una visione della musica a 360° quindi gli artisti e i generi musicali che più mi ispirano sono molti. Partendo dalla fisarmonica Frank Marocco, Richard Galliano e Art Van Damme. Per il pianoforte Bill Evans Keith Jarrett e Herbie Hancock. Per quanto riguarda le tastiere non ho mai avuto grandi idoli ma mi sento di citare tre personaggi in particolare che ho ascoltato molto Jordan Rudess dei Dream Theater, David Paich dei Toto e George Duke. In ultimo ma non per ultimo i compositori da me preferiti, fonte giornaliera di ispirazione: L. V. Beethoven, W. A. Mozart, C. Debussy, John Williams, James Horner, Howard Shore, Hans Zimmer.

D: progetti per il futuro?

R: Continuare a studiare ogni giorno, prendere questo foglio di carta al Conservatorio per farci un bel quadretto nello studio e poi scrivere, scrivere, viaggiare e ancora scrivere. Questo è quello che vorrei fare per il resto della vita. Nella lista delle cose più pratiche invece c’è di finire il mio progetto strumentale di musica collegata alle immagini e di comprare uno Steinway Gran Coda…magari tra vent’anni.


 
 
 

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